Il melo Casciano
Presente da tempi remoti in Garfagnana, la mela casciana è di origine sconosciuta. Il nome deriva, forse, dal paese di Casciana, in comune di Camporgiano.
Fino alla seconda guerra mondiale era diffusissima su tutto il territorio della Garfagnana e non v’era podere, seppur piccolissimo, che ne fosse privo.
La troviamo descritta nell’Enciclopedia Agraria Italiana della Reda da Breviglieri, che la include nell’indagine pomologica presentata al congresso nazionale di Frutticoltura di Ferrara del 1949.
Se ne producevano oltre 20.000 q all’anno, conservate su di un letto di paglia, in grandi stanze nelle case e nelle cantine, dove rimanevano per tutto l’inverno: le elavate doti di serbevolezza ne consentivano, infatti, una facile conservazione fino a primavera. Veniva venduta anche fuori regione, dove veniva trasportata su grandi barrocci trainati da cavalli.
In passato era presente in piante sparse, molto grandi e vigorose, innestate su franco; di queste, allo stato coltivato, rimangono poche piante, forse più di 500, per lo più senescenti. Negli ultimi anni per il rinnovato interesse per la varietà sono sorti piccoli impianti, su portainnesti nanizzanti.
E’ una pianta di notevole vigoria, con chioma eretta. Molto ben adattata all’ambiente pedoclimatico della Garfagnana, ha buona resistenza alle fitopatie, anche se è soggetta alla butteratura.
La produzione è abbondante caratterizzata da alternanza, che può essere molto ridotta con una regolare potatura.
Il frutto si distingue per la forma rotonda e schiacciata ed il caratteristico colore rosso mattone brillante.
L’epidermide ha colore di fondo verde-giallo con sovraccolore rosso brillante,
La polpa ha tessitura fine, è di consistenza soda, molto succosa.
Il sapore è di tipo acidulo, asprigno e di pezzatura medio-piccola. La raccolta si effetta dalla seconda decade di ottobre.
Caratteristica l’elevata serbevolezza, è particolarmente adatta alla conservazione e mantiene una polpa succosa fino a primavera. L’azienda la Grotta della Faina si è assunta la responsabilità di custodire e preservare questa varietà di mela tipica della Garfagnana in associazione con i “coltivatori custodi” e in collaborazione con l’Unione Comuni Garfagnana. In azienda sono presenti infatti più di 20 esemplari di questa specie.